E45 – 4.920 km attraverso l’Europa fino in Sicilia (dove si muore per inefficienza).

 

di Daniela Giuffrida

Un uomo è morto, per un incidente con la sua moto, nel buio di un tunnel, sull’autostrada Siracusa Catania.

E’ una notizia gravissima ma l’Anas viene fuori con un freddo e sterile comunicato ufficiale.“L`Anas comunica che, a causa di un incidente mortale, è chiusa provvisoriamente al traffico l`Autostrada `Catania -Siracusa`, al km 21,800, in direzione Catania. L`incidente ha coinvolto un motociclista che, per cause in corso di accertamento, è sbandato a bordo della sua moto all`interno della galleria `Campana` e nell`impatto è deceduto. Sul posto sono intervenuti i soccorsi sanitari del 118, le squadre Anas e la Polizia Stradale per le attività di accertamento della dinamica e la gestione della viabilità. Il traffico in direzione Catania viene deviato temporaneamente sulla statale 114 allo svincolo di Augusta L`Anas raccomanda agli automobilisti prudenza nella guida e ricorda che l`evoluzione della situazione del traffico in tempo reale è consultabile sul sito ecc… ecc….”.Il comunicato non parla degli svincoli d’ingresso e d’uscita assolutamente al buio, non parla delle sterpaglie che bruciano lungo i guard-rail, sia laterali che di delimitazione delle aiuole spartitraffico e non parla delle gallerie al buio, pericolosissime per la visibilità degli automobilisti che percorrono questo tratto di autostrada: i loro occhi abbagliati dal sole esterno perdono istanti preziosi ad abituarsi al buio improvviso e imprevisto, istanti che possono anche costare la vita.

Inaugurata nel dicembre del 2009, la Catania-Siracusa, sembrava destinata a diventare un grande esempio di eco-tecnologia. Penultimo tratto di quei 4.920 km di percorso misto che da Karesuvanto in Finlandia, conduce fino a Gela in Sicilia, la E45 rappresentava un percorso ideale che avrebbe collegato il nord Europa con il meridione più profondo e così è stato. Ma in Sicilia, fin da subito le aspettative non sono state rispettate per responsabilità di troppi, non ultima la ditta costruttrice.

La ditta Pizzarotti & C. s.p.a. di Parma, si inventò questa “grande opera” utilizzando i terreni di risulta delle varie gallerie, per realizzare la copertura di quattro tunnel “artificiali” sulla cui superficie installò un mega-impianto fotovoltaico da 13,2 MW che sarebbe dovuto servire, dalla centrale di Melilli, per illuminare le gallerie, la stessa centrale e gli svincoli che sulla stessa autostrada insistono.

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Dopo quasi sei anni dall’inaugurazione, questo impianto che, una volta ultimato, sarebbe stato tra le più imponenti strutture di produzione di energia alternativa in funzione in Italia, in realtà ha regalato buio perenne e assoluto lungo gli svincoli, mentre le stesse gallerie sono state troppo spesso vittime di cattiva manutenzione e sorveglianza che non è riuscita a evitare furti di rame dagli impianti di illuminazione (queste le cause addotte dai responsabili della manutenzione degli impianti) con le inevitabili conseguenze.

L’impianto fotovoltaico che sovrasta quattro delle sette gallerie, è costituito da quattro campi realizzati nel 2010 e connessi alla rete di media tensione, denominati Campana (0,8 MW) (il tunnel in cui oggi il povero motociclista calabrese ha perso la vita), San Fratello (1,7 MW), Cozzo Battaglia Nord (3 MW) e Cozzo Battaglia Sud (7,7 MW), produce 20 milioni di Kwh all’anno e come la stessa Pizzarotti Energia ebbe a dichiarare, usufruisce della tariffa incentivante del secondo Conto Energia e cioè di una tariffa che andava dai 0.36 a 0.44 euro a kwh prodotto (20 milioni), ma non sappiamo esattamente di quale abbia beneficiato la società.

La Pizzarotti, al contrario dei comuni mortali a cui il Conto Energia dovrebbe erogare gli incentivi solo per 20 anni, ha ottenuto, invece, un periodo di erogazione di 30 anni. Fare due conti non è difficile. Se la società percepisce queste cifre esorbitanti e dovrebbe utilizzare parte dell’energia prodotta per l’illuminazione di svincoli e gallerie, come mai non si provvede? I furti di rame?

E l’Anas cosa ha fatto in questi sei anni con la Pizzarotti, perché il problema fosse risolto?

Noi non sappiamo perchè oggi quel motociclista sia morto, non sappiamo perchè non tornerà più dai suoi cari, magari è stato soltanto un malore, una distrazione o altro, certo è che quei tunnel questa notte saranno ancora al buio, mentre le gallerie occhieggeranno a mala pena e a fasi alternate e domani “speriamo” che nessun altro lasci la vita su quell’autostrada che è costata 40 anni di attese e la vita a due operai, già durante i lavori, Antonio Veneziano nel giugno del 2006 e Gaspare Maganuco nel febbraio del 2008.

 

*foto dal sito di Pizzarotti & C spa

Per  Terroni di Pino Aprile

daniela giuffrida

Autrice - International Member – GNS PRESS ASSOCIATION Scrittrice e Blogger freelance. Collabora con alcune testate on-line nazionali e siciliane. Attivista No Muos. Di cuore siciliano, instancabile attivista e documentarista delle lotte sociali, degli accadimenti della propria terra e non solo.

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