Muos – Massimo Zucchetti: misure rischiose

DI Daniela Giuffrida

per TGValleSusa

Nel bailamme di misteri, supposizioni e comunicazioni giunte al popolo del Web in questi ultimi giorni a proposito delle misurazioni che i Verificatori incaricati dal CGA avrebbero dovuto eseguire sulle 46 antenne della stazione NRTF di Niscemi (MUOS compreso), unica certezza sembrerebbe essere stata il rinvio delle stesse a data da destinarsi.

I dati e la documentazione prodotta e in nostro possesso, parlano chiaro: i test vengono sospesi poiché non è possibile stabilire quali danni l’impianto potrà causare alla popolazione, una volta tarate le antenne alla massima potenza. Nessuno degli organi preposti (ARPA, ASP, Vigili del fuoco o il Comune) si è assunto l’onere di affermare: “Al possibile impatto dei test sulla popolazione e alla sicurezza della stessa, siamo in grado di provvedere noi”, quindi il Prefetto di Caltanissetta ha bloccato le misurazioni e, fin qui, è cronaca.

5a46b6d0-9bc1-436a-952a-f699aa7b421e_1200x499_0.5x0.5_1_cropIn realtà vi è un’altra certezza, Massimo Zucchetti, già firmatario con Massimo Coraddu del primo studio sul Muos, ma anche coordinatore del gruppo di scienziati e tecnici che, nei mesi scorsi, si è adoperato a fornire studi e relazioni sull’incidenza che le REM (Radiazioni Elettromagnetiche) del Muos potrebbero avere sulla popolazione e sul territorio di Niscemi, nominato CTP dallo stesso Comune di Niscemi, ha rinunciato a presenziare alle suddette verificazioni.

Noi abbiamo incontrato il prof Zucchetti ed a lui abbiamo chiesto di raccontarci i motivi che lo hanno spinto a questa decisione.

Nella Procedura di Verificazione – ci ha detto – è opportuno, secondo me, non coinvolgere figure professionali che abbiano già avuto un ruolo nelle precedenti vicende giudiziarie: non certamente per mettere in dubbio la buona fede o correttezza di istituzioni come ARPA Sicilia o Istituto Superiore di Sanità (ISS), ma per mere questioni di opportunità.

Allo stesso modo penso vada tenuto ben distinto il ruolo dei Verificatori da quello dei Tecnici di parte, per quanto riguarda le operazioni di verificazione. In particolare, pur in uno spirito di fattiva collaborazione, è improprio che i tecnici di parte svolgano verifiche tecniche, valutazioni, simulazioni, misure in luogo od affiancando i verificatori, ai fini di rispondere ai quesiti del CGA: anche in questo caso, non si mettono certo in forse la correttezza e buona fede dei Verificatori o dei Tecnici di parte, ma si evidenziano questioni di forma che – purtroppo – in un procedimento legale amministrativo contano come la sostanza.

Il concetto base di verificazione deve essere l’indipendenza, che non vuol dire certo mettere in dubbio la parola dei “Verificati”, ma semplicemente, appunto, verificarla. Se ad esempio andassero effettuate delle misure del campo elettromagnetico degli impianti, appare ovvio che i Verificatori debbano avere la possibilità, appunto, di accertarsi di persona e con opportune pezze di appoggio, della potenza alla quale sono fatti funzionare gli impianti stessi. Sarebbe bello, in un mondo ideale, potersi fidare della parola dei nostri amici statunitensi, ma ciò – per legge – risulta impossibile.

Proprio per questo motivo trovo di scarsa utilità la mia partecipazione alle eventuali campagne di misura. Dal punto di vista tecnico, qualsiasi osservazione potrà essere da me prodotta in sede di esame della Relazione dei Verificatori, in quanto Tecnico di Parte. Non ho alcun dubbio sulla perizia tecnica nel manovrare gli strumenti, né avrei senz’altro la possibilità di accedere di persona alla Sala Controllo del MUOS. Non vedo quindi come la mia presenza possa essere utile ai colleghi Verificatori.”

Abbiamo chiesto ancora, al docente del Politecnico di Torino, cosa pensi della sospensione delle misurazioni.ygh

“Ho appreso di recente che le misure programmate per questi giorni sono state sospese dalla Prefettura di Caltanissetta, la quale, sentito il parere di molti esperti e parti in causa (Verificatori, ARPA, Comune, etc. etc.) ha paventato la possibilità che il funzionamento alla massima potenza di MUOS + le 46 antenne della stazione NRTF (Naval Radio Transmitter facility) potesse mettere in pericolo la salute della popolazione, anche soltanto per il breve periodo necessario per effettuare le misure.

Al di là di quanto ho specificato prima – continua Zucchetti – cioè della necessità di poter effettivamente verificare se gli impianti siano posti al massimo della potenza, faccio anche presente come l’idea cautelativa di effettuare le misure con gli impianti al minimo della potenza sia certamente preferibile, dal punto di vista della sicurezza, ma renda probabilmente le misure così ottenute inutili ai fini della Verificazione. Ciò perché i campi elettromagnetici eventualmente misurati risulterebbero dalla sovrapposizione di molte sorgenti diverse, a diverse distanze, e con diverse possibilità di escursione fra minima e massima potenza: quindi risulterebbe impossibile, a parte una dettagliata analisi di spettro, risalire ad una stima del campo elettromagnetico massimo misurabile, misurando solo il campo minimo. Mi rendo conto che questo ponga i Verificatori in una certa difficoltà.

Abbiamo infine domandato, allo scienziato torinese, come si possa conciliare la sicurezza della popolazione con una effettiva misura del campo massimo.

“Secondo me, i casi sono due: o non esistono rischi rilevanti, regolando gli impianti al massimo, e quindi proprio alla massima potenza vada fatta la misura; oppure se questi rischi esistono – e sono rilevanti – non appare necessario effettuare alcuna misura, sia perché quella in campo minimo risulterebbe di scarsa utilità, sia perché – dato che questi rischi esistono – la risposta viene da sé. Se accendere il MUOS al massimo viene ritenuto, dagli stessi esperti (inclusi i Verificatori) come un rischio tale da consigliare la Prefettura a sospendere questa operazione per salvaguardare la salute della popolazione, significa che questo rischio non è accettabile – anche in base al principio di precauzione – e quindi queste siano le conclusioni che verranno tratte dalla vicenda di questi giorni.

In altre parole?

“In altre parole, avessi la cattiva ventura di trovarmi al posto dei Verificatori, scriverei qualcosa di simile, per levarmi d’impiccio: “Mentre ci accingevamo a far accendere le parabole del MUOS alla massima potenza, anche soltanto per il poco tempo necessario per una misura, ci siamo resi conto che questo comportava un rischio inaccettabile. Abbiamo consigliato la Prefettura di sospendere l’operazione e quindi non possiamo garantire la sicurezza del MUOS in condizioni di accensione massima. Altre misure non sono necessarie, ci rimettiamo al risultato delle previsioni e stime effettuate con i modelli previsionali che abbiamo messo a punto”.

Nel frattempo apprendiamo che, così come previsto dal cronoprogramma stabilito dalla prof Sarto, il prossimo 18 e 19 gennaio il collegio dei Verificatori e i Consulenti Tecnici nominati dalle parti in causa, si riuniranno a Roma per discutere e decidere, cosa? Stenderanno, com’era previsto, la loro relazione finale? Chiederanno una ulteriore proroga al CGA?

Aspettiamo di conoscere le loro decisioni.

daniela giuffrida

Autrice - International Member – GNS PRESS ASSOCIATION Scrittrice e Blogger freelance. Collabora con alcune testate on-line nazionali e siciliane. Attivista No Muos. Di cuore siciliano, instancabile attivista e documentarista delle lotte sociali, degli accadimenti della propria terra e non solo.

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