Con la faccia dove sappiamo – Sempre zitti

di GenioChiara

“Momento di relax. Primo di Agosto. Sabato. Caldo, caldissimo! Non ho voglia di proporre qualcosa di troppo complicato ma rimarrò in tema “censura”, con simpatia visto che siamo in pieno week end.

Anzi, mi impegno di curare il sabato pomeriggio una piccola rubrica di cinema (ho notato che molti su wordpress amano il termine rubrica, tutti ad aprire nuove rubriche!).

Questo post riguarda la censura (novità!) e precisamente un personaggio pubblico, parecchio controverso del 1400/1500 d.C., ovvero il signor cardinale Girolamo Maria Francesco Matteo Savonarola. Scomunicato per le sue prediche scomode, fu impiccato e bruciato sul rogo come «eretico, scismatico e per aver predicato cose nuove». Nel frattempo organizzava a Firenze i falò della vanità il cui obiettivo era l’eliminazione di qualsiasi oggetto considerato potenzialmente peccaminoso, oppure inducente allo sviluppo della vanità, includendo articoli voluttuari come specchi, cosmetici, vestiti lussuosi, ed anche strumenti musicali. Altri bersagli includevano libri “immorali”, manoscritti contenenti canzoni “secolari” o “profane”, e dipinti. Tra i vari oggetti distrutti in questa campagna vi furono alcuni dipinti originali che trattavano temi della mitologia classica, eseguiti da Sandro Botticelli, che egli stesso provvide a portare sul rogo. (fonte wikipedia).images (4)

Oggi è servo di Dio, avviato alla beatificazione nel 1997.

Fatevi due risate, nonostante da alcuni anni non sopporti Benigni. Dal film “Non ci resta che piangere”, scritto diretto e interpretato da Roberto Benigni e Massimo Troisi, dal lontano 1984 (avevo appena un anno), ecco a voi il testo della Lettera a Savonarola:

T = Troisi
B = Benigni

T: M’arraccumando, Saverio!
B: Stai tranquillo.
T: Con educazione, non ci dobbiamo far riconoscere…cerchiamo di farla un po’ anonima.
B: Allora dettala te! Vai!
T: Caro Savonarola.
B: Prima la data; quanto sarà?
T: Quasi il 1500.
B: Quasi il 1500?
T: Lo sai tu quanto ne avimmo?
B: (pensando alla loro vita “normale”) Che scrivi? Ti arriva una lettera, Roma quasi 2000?
T: Metti, estate quasi 1500.
B: Mi informo io della data.
T: Allora leva la data.
B: Caro…? Non è nostro amico…
T: Aspetta un attimo, non scrivere subito. Santissimo Savonarola…
B: Santissimo …
T: Come sei bello!
B: Santissimo Savonarola! Quanto ci piaci a noi due! L’esclamativo ce l’avrà?
T: Allora, se non si sa se ci sta l’esclamativo, “scusa la volgarità!”.
B: Scusa la volgarità? E perché?
T: Quello ogni cosa è peccato! E’ capace, vede il punto esclamativo … cos’è ‘sta cosa; l’uomo con il puntino sotto, è peccato, noi ci mettiamo con le spalle al sicuro. Scusa le volgarità…
B: Allora mettiamo una freccia, questo è un esclamativo, non una volgarità!
T: No, no; scusa le volgarità… eventuali.
B: Eventuali?
T: Eventuali! La vuoi scrivere come dico io, o no? Allora quello dice, perché hanno scritto le volgarità se non ci sono volgarità? Allora vuol dire che volevano essere volgari e non ci sono riusciti. Volgarità eventuali!
B: Lascia vivere Vitellozzo.
T: Potresti lasciar vivere Vitellozzo, se puoi?
B: Savonarola!
T: Savonarola! Mò dobbiamo cercare di spiegare per bene…
B: Savonarola!
T: Savonarola!
B: Che c’è?
T: Savonarola, e che è?
B: Diamoci una calmata!
T. E che è? Qua pare che ogni cosa uno non si può muovere, e questo e quello, pure per te, oh!
B: Oh!
T: Due persone, due personcine, noi siamo due personcine per bene che non farebbero male nemmeno a una mosca…
B: Figuriamoci!
T: Figuriamoci a un santo come te!
B: Un santone!
T: Un santone come te! Anzi…
B: Varrai più di una mosca.
T: Lascia perdere, pare che lo mettiamo in competizione. Anzi, anzi spiega ogni cosa, varrai più di una mosca.
B: Ciao.
T: No, no, qua ci vuole un saluto per bene, da peccatore umile. Noi ti salutiamo con, proprio, non sappiamo nemmeno… scrivi, ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi, proprio il massimo, senza chiederti nemmeno di stare fermo, puoi muoverti!
B: Cioè, che vuol dire?
T: La faccia sotto i piedi e può camminare; quello pensa siamo proprio due umili.
B: Una bellissima immagine, la nostra faccia sotto i tuoi piedi e puoi muoverti quanto ti pare e piace e noi zitti sotto.
T: Scusa il paragone di prima tra la mosca e il frate, non volevamo minimamente offenderti, i tuoi peccatori di prima con la faccia dove sappiamo.
B: Gli si è detto …
T: Con la faccia dove sappiamo.
B: Sempre zitti.
T: Sempre zitti.

Genio Chiara – https://geniochiara.wordpress.com/2015/08/01/con-la-faccia-dove-sappiamo-sempre-zitti/

daniela giuffrida

Autrice - International Member – GNS PRESS ASSOCIATION Scrittrice e Blogger freelance. Collabora con alcune testate on-line nazionali e siciliane. Attivista No Muos. Di cuore siciliano, instancabile attivista e documentarista delle lotte sociali, degli accadimenti della propria terra e non solo.

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