CATANIA – OCCUPAZIONE E SGOMBERO EX HOTEL COSTA – CONTINUANO LE REAZIONI

di Daniela Giuffrida

E’ il primo febbraio u.s., quando un gruppo di giovani universitari penetrano all’interno dell’ex Hotel Costa, sito in Via Etnea a Catania. La struttura alberghiera, già residenza universitaria dal 1976 era ormai chiusa dal 2006 e abbandonata alle incurie del tempo.

Affidata all’ERSU la struttura offriva circa 300 alloggi agli studenti “aventi diritto” ma un contenzioso nato fra l’Ente per il Diritto allo Studio Universitario di Catania, che avrebbe voluto ristrutturarlo e riutilizzarlo e la proprietà della struttura, aveva portato quest’ultima a decidere la chiusura dell’albergo.

Gli studenti scelgono proprio quella struttura- dichiarandola STUDENTATO OCCUPATO “95100” – perchè rappresenta per loro una sorta di “simbolo di come l’indisponibilità e la mancata volontà di grandi proprietari e di grandi enti possa incidere sulle vite di chi tutti i giorni deve affrontare la precarietà e il sacrificio” – dichiarano gli studenti in un loro comunicato. Ma l’occupazione dura solo poche ore, in serata, lo stesso primo febbraio, gli studenti vengono costretti a lasciare i locali occupati.

Dura la reazione della Federazione Del Sociale USB di Catania che condanna lo sgombero attraverso la dichiarazione di un suo militante: il giornalista freelance e militante della Federazione del Sociale USB di Catania, Orazio Vasta, presente ai fatti. Questi dichiara: “Come Federazione Del Sociale USB Catania siamo stati sin da subito solidali e vicini alle studentesse e gli studenti che hanno occupato l’ex Hotel Costa, dando vita allo STUDENTATO OCCUPATO ” 95100″. A Catania, nello spazio di due settimane, sono avvenute due occupazioni.

In via Cristoforo Colombo, nei pressi della Pescheria, è stato occupato, dando vita al “CPO COLAPESCE”, un immobile (valore circa 700 mila euro), proprietà dell’Unicredit, chiuso e abbandonato dal 2008, banca che ha chiesto alla questura lo sgombero dell’immobile e per richiuderlo, forse in modo definitivo, mentre il CPO è diventato un punto di riferimento per il quartiere.

Poi, in via Etnea alta, lo “Studentato occupato “95100”, sgomberato dalla polizia nella stessa giornata dell’occupazione. Il “95100” ha messo a nudo la questione degli alloggi, in una città dove si mantengono tanti immobili chiusi e abbandonati, mentre diventa sempre più diffusa la pratica degli affitti capestro per universitarie e universitari.

Sono stato presente allo sgombero in cui la questura ha impiegato un ingente spiegamento di digossini, celerini e agenti delle volanti. Drammatico il trasferimento in questura delle compagne e dei compagni, ben 11 di loro, sono stati fermati dentro l’ex Hotel occupato. Sono usciti dalla questura, dopo alcune ore e dopo essere stati denunciati a piede libero per l’occupazione. Abbracci fra gli 11 denunciati e le compagne e i compagni che attendevamo, all’esterno della questura, l’esito del fermo.”.

“Con lo sgombero – conclude Vasta – non è calato il silenzio sull’ex Hotel. La Federazione Del Sociale USB Catania ha già chiesto che l’ex Hotel Costa torni ad essere una residenza universitaria aperta a tutte le studentesse e gli studenti iscritti all’Università di Catania che non possono e non vogliono pagare gli affitti capestro imposti da questo sistema di sfruttamento e colluso con le clientele mafiose”.

Anche l’Unione Sindacale di Base dei Vigili del Fuoco, comandati ad effettuare lo sgombero, reagisce contro quello che considerano un “ABUSO DELLA PREFETTA” e in una dura nota di Costantino Saporito, suo dirigente nazionale, si legge: “Quello che è accaduto ieri a Catania, non è un caso limite, è sempre il solito ricatto che avviene nel nostro ambiente lavorativo.

La Prefetta di Catania sa benissimo che i Vigili del Fuoco non possono essere “usati” per fare sgomberi. Sa benissimo che c’è una procedura ministeriale chiara ed inequivocabile, che parla di assistenza a debita distanza per la tutela e la salvaguardia di tutti: sgomberati e sgomberanti. Questo è la norma! Il “buon senso”, invece, impone la maturità sociale verso chi manifesta un disagio. Non è con la repressione che si risolvono problemi che hanno natura costituzionale: il diritto alla casa e all’abitare è un principio universale.

Come Vigili del fuoco USB ci chiediamo come sia possibile che la Prefetta si sia permessa di distogliere una squadra di intervento e soccorso pubblico per un suo uso, al limite del “favore” personale. Catania è già una realtà che vive di un sotto organico, nei Vigili del fuoco, che dovrebbe far riflettere chi rappresenta la repubblica nel territorio. Evidentemente, non è così”.

 

*foto di Orazio Vasta

daniela giuffrida

Autrice - International Member – GNS PRESS ASSOCIATION Scrittrice e Blogger freelance. Collabora con alcune testate on-line nazionali e siciliane. Attivista No Muos. Di cuore siciliano, instancabile attivista e documentarista delle lotte sociali, degli accadimenti della propria terra e non solo.

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