SICILIA ORIENTALE − INCENDI DEL 10 LUGLIO − QUANDO L’INFERNO RAGGIUNSE IL MARE − DANNI COLLATERALI DI GESTI CRIMINALI?

 

Di Daniela Giuffrida

 

Danni collaterali li definisce il sociologo Zygmunt Bauman (“Collateral Damage”, Polity, 2011), le conseguenze indesiderate che ricadono su popolazioni innocenti coinvolte loro malgrado in operazioni belliche. L’espressione appartiene al linguaggio militare ma non è prerogativa esclusiva delle guerre fra uomini, a volte si usa per indicare anche gli effetti accidentali, inaspettati o semplicemente sottovalutati di azioni dannose che l’uomo compie spinto da interessi che ritiene “superiori” al bene comune.

Ma se il danno collaterale all’interno di una qualsiasi operazione bellica può essere imprevedibile, quando l’azione dell’uomo è volta contro la Natura, le conseguenze − a brevissimo o a lungo termine − sono prevedibilissime. Quando disbosca e cemenetifica, quando installa ripetitori per la telefonia o installa centrali nucleari e inceneritori, quando si inventa stazioni satellitari per controllare l’intero pianeta, l’uomo è perfettamente consapevole di aver “creato” fonti di possibili grandi “danni collaterali”. Così quando qualcuno decide di dar fuoco a un arbusto, a un cumulo di spazzatura o decide di gettare dal finestrino della propria auto in corsa, una cicca accesa che irrimediabilmente finirà col dar fuoco all’erba secca sul bordo strada o all’interno di uno spartitraffico, quel qualcuno compie un gesto ben consapevole delle conseguenze che ne potranno derivare: niente casualità, dunque, niente danno imprevisto, solo un gesto criminale.

Il paragone fra l’evento bellico e un incendio potrà sembrare azzardato e forse inopportuno, ma proviamo ad immaginare cosa accade quando un piromane − o un presunto tale − decide di innescare una serie di incendi (le Forze dell’Ordine stanno indagando in questo senso)in prossimità degli stabilimenti di una raffineria e di un polo industriale come quello di Priolo (SR): il fuoco si estenderà minacciando il vicino centro abitato e la popolazione ivi residente, questi è un CRIMINALE. Quando lo stesso decide di innescare un secondo incendio che va a distruggere l’80% della riserva delle Saline di Priolo mandando a fuoco ettari ed ettari di macchia mediterranea, massacrando animali terrestri quali lucertole, topi, conigli e tutti gli insetti che fra quei cespugli vivono, destabilizzando un intero ecosistema; quando solo per caso, quelle centinaia di coppie di fenicotteri rosa che dal 2015 nidificano nella riserva delle Saline riescono a salvarsi restando nell’acqua dei pantani con i loro piccoli nati agli inizi di giugno, assediati per ore dal fumo e dalle fiamme; quando dei tanti capanni di osservazione ne rimane solo uno e il viale delle tamerici va completamente distrutto; quando quel fuoco si propaga, complice lo Scirocco, completando il suo percorso in mare, dopo aver bruciato tutto fino a Marina di Priolo, questi è un CRIMINALE.

Ma potrebbe essere opera di uno o più criminali anche quanto accaduto al boschetto della Plaja di Catania “fulcro della stagione estiva catanese” come lo ha definito il sindaco Pogliese?

A Catania sono andati distrutti stabilimenti balneari e diverse auto parcheggiate nelle vicinanze delle stesse. Centinaia di bagnanti sono stati soccorsi via mare con gommoni dei Vigili del Fuoco Sommozzatori e dei Vigili del Fuoco della Sezione Navale di Catania e con altri mezzi della Guardia Costiera. Un grande dispiegamento di uomini della Polizia di Stato, del 118, della Capitaneria di Porto, delle altre Forze dell’Ordine e dei tanti operatori della Protezione Civile si è preso cura del disagio dei bagnanti. L’aeroporto Fontanarossa, chiuso al traffico per circa 90 minuti, per permettere l’intervento dei canadair. Per non parlare dei posti di lavoro andati in fumo anche loro insieme alle strutture balneari. Ma è colpa di chi?

E’ colpa del “sospettopiromane” di turno? Colpa delle giornate torride? Dello scirocco impietoso? Dei cumuli di rifiuti abbandonati ovunque e di una raccolta differenziata che a Catania non è mai iniziata? Colpa della prevenzione che non viene fatta perchè le ordinanze comunali in tal senso non ci sono o se ci sono vengono disattese? Su chi ricade la responsabilità se un Comando dei Vigili del Fuoco catanese non ha mezzi sufficienti e si ritrova ad affrontare una campagna “antiincendio boschivo” (che sta per iniziare) praticamente con pochissimi uomini e pure appiedati?

Non lo sappiamo e forse lo sapremo solo quando sarà tardi per adottare i rimedi del caso.

Per concludere, ci piace riportare una nota inviataci dal direttore della RNO Saline di Priolo, Fabio Cilea, pubblicata nei giorni precedenti il brutto incendio di giorno 10. Cilea, raggiunto telefonicamente ha lanciato un messaggio di serenità e di speranza “i fenicotteri stanno tutti bene − ha detto − e l’anno prossimo torneranno, tornano ogni anno da 5 anni se questo non dovesse accadere non sarà per via dei fatti accaduti. La Riserva ripartirà al più presto e nel migliore dei modi”

“La Riserva Naturale Orientata Saline di Priolo si conferma, ancora una volta, il vero paradiso per i Fenicotteri in Sicilia. Per il quinto anno consecutivo, i fenicotteri hanno scelto, come unico sito siciliano, la piccola riserva priolese, gestita dalla Lipu, come luogo ideale per “mettere su famiglia”.

Da gennaio in poi, con numeri sempre maggiori, il pantano di Saline di Priolo ha cominciato a tingersi di rosa. Anche quest’anno, numerosi fenicotteri, provenienti da diversi siti europei, come dalla Spagna, Francia e Nord Africa, sono arrivati nella piccola zona umida priolese e hanno iniziato a dare spettacolo, esibendosi in voli e parate di corteggiamento: tutti insieme con movimenti ritmici mostrando ai tanti visitatori dell’area umida le loro grandi ali rosa.

Al di là dei numeri, delle abitudini, dei comportamenti, questo era un anno importante per l’area umida gestita dalla Lipu, importante perché, gli esemplari nati nella prima e storica nidificazione del 2015, sono diventati adulti e per loro era il primo anno di riproduzione. Ebbene, la lunga attesa ha visto il ritorno a casa di alcuni esemplari (di quelli inanellati nel 2015) ed hanno scelto le Saline di Priolo per la loro prima nidificazione.

Altro dato da non sottovalutare, è legato al numero di coppie che hanno scelto il sito per la deposizione del loro unico uovo. Queste, nel 2019 sono state ben 454 e cioè 51 in più rispetto all’anno precedente. Va anche ricordato che la prima storica nidificazione aveva visto coinvolte appena 57 coppie. Un gruppetto di circa 50 esemplari ha voluto fare un grande regalo ai visitatori della R.N.O. Saline di Priolo costruendo il loro nido nell’argine vicino al Capanno 4. Turisti, birdwatcher, fotografi, artisti e tanti altri hanno potuto osservare da vicino la cova, la sistemazione dell’uovo con il becco, lo scambio dei genitori nella cova.

Ancora oggi, a distanza di 4 anni dalla prima storica nidificazione, ha dichiarato il Direttore della riserva Fabio Cilea, è una grande emozione vedere l’arrivo dei tanti fenicotteri nidificanti a Saline di Priolo. L’emozione di quest’anno, è stata ancora più grande nel vedere che alcuni fenicotteri nati nel 2015, sono tornati “a casa” per la loro prima nidificazione. Oggi, chi visita la riserva, rimarrà affascinato dalla presenza dei giovani fenicotteri che, accuditi da alcuni adulti, sono raggruppati tutti insieme a formare una grande macchia grigia.

E adesso? E adesso che i pulcini sono abbastanza grandi sono tutti quanti raccolti nella nursery e accuditi da qualche adulto che gli insegna le leggi della vita. I pulcini, comunque, sono raggiunti a turno dai genitori che gli danno da mangiare, riconoscendoli inequivocabilmente dal vocalizzo individuale di ognuno.

Grazie ai consolidati rapporti tra Enel e Lipu, anche quest’estate la Riserva potrà contare sulla fattiva collaborazione della vicina Centrale “Archimede” per mantenere i livelli idrici del pantano. Infatti, se necessario, la Centrale provvederà a immettere la necessaria quantità di acqua di mare nel pantano, evitando che questo si prosciughi. Negli anni scorsi, tale intervento ha consentito di salvare la vita di molti fenicotteri nati nella piccola area protetta gestita dalla Lipu.”

*Grazie a Francesco Guadalupi per averci permesso l’uso delle sue foto.

daniela giuffrida

Autrice - International Member – GNS PRESS ASSOCIATION Scrittrice e Blogger freelance. Collabora con alcune testate on-line nazionali e siciliane. Attivista No Muos. Di cuore siciliano, instancabile attivista e documentarista delle lotte sociali, degli accadimenti della propria terra e non solo.

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