TOKENISM: Uomini di parola e uomini di parole.

Di Giuseppe Gentile

 

Parola e parole. Fatti e misfatti. Tutto e niente.

Politica e antipolitica.

Ma che cavolo è questo TOKENISM di cui alcuni americani parlano?

Non sai cosa è?  E’ il programma elettorale di un partito!

Ma dai! Lo sanno tutti che ormai i partiti non scrivono programmi da un bel po’!

Appunto! Non li scrivono ma li raccontano!

Vabbè! E tu ancora credi alle stronzate che promettono i politici?

Ecco! Vedi? Hai capito perfettamente cosa è TOKENISM.

Tokenism è fare le cose tanto per far vedere che si vuol fare qualcosa pur sapendo che poi non si farà.

Tokenism è organizzare riunioni, congressi, eventi con ospiti illustri per raccontare ciò che si vorrebbe fare pur sapendo che tutto serve solo a non farlo.

Tokenism è dire di non essere razzista e per darne prova si fa amicizia con un “negro” o con un “giallo” o con un “marocchino” o con alcuni di loro ma solo per poter dire: “io non posso essere razzista perché sono amico di Oluwafemi, di Ashanti, di Xiong, di Hassan e di Karima”

Tokenism è dire di non essere sessista o misogino perché alla propria moglie si regala un diamante e la si porta in vacanza e le si compra abiti costosissimi da ostentare proprio per dare prova (o nascondere bene).

Tokenism è un vocabolo che tutti noi teniamo ben nascosto nel nostro vocabolario.

Martin Luther King ne parlò per spiegare come gli Stati Uniti ne avessero fatto un attento uso concedendo a pochi privilegiati “neri” dei diritti che continuavano a restare irraggiungibili per tutti gli altri.

Malcom X sostenne la stessa cosa quando fece notare che vi erano “uno o due negri su alcuni posti di lavoro per tenere buoni tutti gli altri”

In televisione non trovi un talk show senza che ci sia la presenza di un gay. Perché? E’ Tokenism!

In politica? Candidare belle donne da ostentare è Tokenism ma è anche prova della potenza maschile di chi le ha selezionate! Che dire dei candidati senegalesi, tunisini, cinesi o egiziani di cui fanno sfoggio diversi partiti? Lo sapevate che il loro pensiero vale solo se corrisponde a ciò che il capopopolo gli suggerisce di dire?

E che dire della moda e della pubblicità? Vi ricordate le pubblicità di morbide caramelle gommose o di gestori telefonici che hanno condizionato i nostri acquisti? Tutti uomini e donne “usa e getta”!

Accanto al Tokenism ci abbiamo piazzato il “Quotaism”. Abbiamo affinato la nostra abilità positiva e ci siamo inventati il “sistema a quote”.

Ogni 2 maschi una femmina per garantire le “pari opportunità” e per salvare le apparenze? Ovvio!

Ogni 50 bianchi un “negro”? La “quota razziale” mi pare una segnale “positivo” e soprattutto consente di tenere ben sottomessa tutta la “razza”!

Tokenism è una bella parola che dobbiamo continuare a tenere nascosta perché il mondo che stiamo costruendo ci chiede di restare disumani.

Voglio sperare che arrivi il giorno in cui si avrà il coraggio di restare umani senza bisogno di esserlo per raggiungere scopi disumani.

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