CATANIA – TUCCIO URZI’: TIME OUT SENZA RIENTRO IN CAMPO

Di Daniela Giuffrida

 

E’ scomparso nei giorni scorsi Tuccio Urzì, titolare per oltre trent’anni di uno dei capisàldi della cultura catanese. Un “libraio” uno dei più importanti della città etnea, prima che arrivassero i grandi dell’editoria nazionale e i loro fantasmagorici negozi dove puoi trovare “gadget” di tutti i tipi e, anche libri.

La Libreria Urzì era altra cosa, posta in una zona centralissima, era vicinissima a scuole importanti e perciò frequentata da tantissimi giovani. Io ricordo bene quel signore gentile: andavo spesso nella sua libreria, alla ricerca dei testi dei miei filosofi preferiti in formato “tascabile”, l’unico adatto alle mie possibilità economiche di studente di allora. Ricordo quando gli chiesi “Il capitale” di Marx, lui sorrise e mi disse “ma quello non ci sta in un solo tascabile” e io non lo cercai più in nessun altra libreria. Si era simpatico quel libraio…

Ma Tuccio Urzì è stato anche altro e chi meglio di me lo ha conosciuto è stato il nostro amico e collega Orazio Vasta. ll profilo che egli stesso e la figlia Claudia ne hanno tracciato è per noi testimonianza di un pezzetto di storia “importante” della nostra città.

Alla sig. ra Urzì, alla famiglia tutta e a Claudia, nostra amica, possiamo solo porgere i sensi del nostro cordoglio e della nostra gratitudine e stima per ciò che la loro famiglia ha rappresentato e rappresenta ancora oggi, per la nostra città.

 

 

Tuccio Urzì, il libraio che volava con il volley 

di Orazio Vasta

Immaginare una libreria come un prolungamento di un campo di pallavolo non è cosa di tutti i giorni. Ma il binomio libraio – pallavolista, forse, è un caso unico. Un caso catanese. Il caso di Salvatore Urzì, detto Tuccio, recentemente scomparso, che a Catania, per un trentennio – dal 1956 fino al 1988 – con la sola interruzione del servizio militare, ha suggellato la sua innata passione sportiva con la professione di libraio, nella Libreria Urzì, in via Etnea, per generazioni di catanesi ” ’a libreria quasi all’angulu co viali”.

Dal 1957 fino all’età di 38 anni, partecipando a Montecatini con il CUS Catania ai campionati nazionali universitari, il suo curriculum riporta una lunga partecipazione a tornei – tra cui il torneo internazionale di Mondello a Palermo, dove fu l’unico giocatore catanese a far parte della squadra siciliana che partecipò alle selezioni preolimpiche del 1963 – campionati di serie B e gare di Coppa Italia, dove si contraddistinse per le sue inconfondibili schiacciate sotto rete. In questo contesto, la libreria Urzì si trasformava in un prolungamento del campo di volley, con Tuccio e i compagni di squadra che, come in una sorta di metamorfosi, amalgamavano le tematiche pallavoliste con l’incantevole mondo della libreria. Famosa la frase ricorrente fra i suoi compagni:” Carusi, cchi facemu? Calamu ni Tuccio!”. Ma, in realtà, a rendere la libreria Urzì un punto d’incontro non erano solo le attitudini atletiche di Tuccio, l’uomo “volante” con il numero 13 sulla maglia.

Quello che aveva contribuito a rendere la libreria Urzì un punto d’incontro e non solo per sportivi, e rendere Tuccio un personaggio stimato e amato, era la profonda umanità di quest’uomo di 1,87 d’altezza. Si ricordano le frequenti e amichevoli visite in libreria di personaggi come Ignazio Buttitta, Lucio Sciacca, Renato Guttuso e Pippo Fava. Di seguito un ricordo della figlia Claudia: ” Amante dello sport, tutto e a tutti i livelli, e sportivo lui stesso…papà era un libraio. Nostra una delle librerie storiche di Catania, la libreria Urzì, appunto, che fummo costretti a chiudere nel mese di febbraio del 1988.

Una ferita mai rimarginata. Poi papà fece altro, continuando sempre nel campo dei libri, ma dentro rimase sempre un libraio. Papà era un libraio e fiero di esserlo. Ho bei ricordi della libreria, papà era capace di trovare un libro senza conoscerne né autore, né editore, solo dall’argomento trattato e dal colore della copertina – le uniche due cose, infatti, che ricordava un cliente entrato in libreria una sera di tanti anni fa… ero presente anche io quella volta, ero una ragazzina, e mi sembrò incredibile che papà… non avevamo ancora il computer, ma mio padre conosceva, e amava, i suoi libri, uno per uno. Non l’ho mai dimenticato.”.

Con la scomparsa di Tuccio Urzì si chiude definitivamente la storia della libreria Urzì, un pezzo di una Catania, che, nel bene e nel male, non c’è più già da tanto tempo.

Time out, senza rientro in campo.

 

daniela giuffrida

Autrice - International Member – GNS PRESS ASSOCIATION Scrittrice e Blogger freelance. Collabora con alcune testate on-line nazionali e siciliane. Attivista No Muos. Di cuore siciliano, instancabile attivista e documentarista delle lotte sociali, degli accadimenti della propria terra e non solo.

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