USB VVF – LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIANA

“Caro Presidente Musumeci, stavolta sono i vigili del fuoco a chiedere aiuto…”. Di seguito la nota che Carmelo Barbagallo – Coordinatore regionale USB Vigili del Fuoco – ha indirizzato al Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.

“Caro Presidente, Le scrivo questa lettera per metterLa al corrente sullo stato di salute dei Suoi vigili del fuoco, i Vigili del Fuoco siciliani, gli angeli della gente, quegli angeli dimenticati dopo gli eventi, con tanti ringraziamenti e pacche sulle spalle ma… Di seguito un sunto sulle problematiche in Sicilia, che deve servire da monito, perché anche i Vigili del Fuoco, oggi sono costretti a chiedere aiuto!

Il territorio Siciliano, come più volte espresso, con varie missive, soffre una cronica carenza di personale operativo e amministrativo (più di 500 unità) in tutta la Sicilia. La realtà operativa siciliana è tra le più complesse d’Italia, per la presenza di insediamenti industriali di terziario avanzato, di aeroporti di varie categorie (Catania è il quarto in Italia per traffico passeggeri e merci) e, in ambito portuale, diversi porti con un consistente traffico di passeggeri e merci, gli impianti petrolchimici, il polo Siracusano (Agusta, Priolo e Melilli) in aggiunta agli impianti di lavorazione e stoccaggio di Gela e di Milazzo, costituiscono rischi non indifferenti (è necessario un aumento di organico sui porti di Messina, vista anche la problematica “Stromboli”, sarebbe pragmatica anche l’apertura di Gela porto, ex novo) Altra componente da non dimenticare, è il Nucleo Sommozzatori di Catania, che ha subìto continui spostamenti di sede (l’ultima dovrebbe essere in collina) con un organico carente di 14 unità: il Nucleo che copre un territorio di oltre due milioni di abitanti, tra i primi in Italia come interventi ed estensione di territorio, continua ad essere snobbato a scapito della comunità. L’alto rischio idrogeologico, i rapporti annuali della protezione civile regionale sul rischio idraulico della regione parlano chiaro, le stime sugli eventi e i danni sono in continuo crescendo.

Mediamente, dei fondi messi a disposizione dalla UE per gli interventi di manutenzione del territorio siciliano, ne sono stati utilizzati solo il 20% e i fatti, purtroppo, ci raccontano di una triste e lunga serie di eventi catastrofici. La Sicilia oltre ad avere sul territorio il più grande vulcano europeo emerso, cioè l’Etna, ha pure lo Stromboli e una serie di vulcani sottomarini, tra i più grandi e attivi, ricordiamo il vulcano Empedocle a sud nel mar di Sicilia e il vulcano Marsili a nord nel mar Tirreno, potenzialmente pericolosi. Indubbiamente le attività vulcaniche sono strettamente collegate e provocano attività sismiche anche di importanza rilevante (l’ultimo a dicembre 2018), negli ultimi 120 anni; 1908 Messina 7.2 Richter; 1911 Giarre 5.2 Richter; 1914, Linera 5.3 R; 1940 Villabate 5.3 R, 1967; Capizzi -Mistretta 5.9 R; 1968, Valle del Belice 6.2 R; 1975, Messina 5.3 R, 1978; Golfo di Patti, 6.1 R, 1990; Augusta 5.7 R; 2002, Ustica mar Tirreno 5.6 R; 2016, Mar Tirreno meridionale, Palermo, Ustica 5.7 R; 2018, provincia di Catania 4.6 R ; 2018, Etna 4.8 R.

La Sicilia ingloba anche una serie di isole minori, non sempre facilmente raggiungibili, tra cui Lampedusa, la quale risulta la più problematica e di importanza strategica, perché famosa per essere la porta d’Europa. Le campagne estive e boschive. Gli incendi di sterpaglie sono ormai diventati una consuetudine, il picco si concentra nei mesi estivi, fenomeno oramai denominato come “campagna estiva” sommata alla campagna boschiva (AIB), ogni anno si contano 82.000 interventi circa. Questa pesante realtà, aggiunta agli ordinari interventi, mette in crisi il sistema di soccorso sempre e solo a carico delle stesse unità operative. Se a tutto ciò aggiungiamo il deficit cronico della rete viaria regionale – ricordiamo che i maggiori assi autostradali che collegano le varie città siciliane, a causa dei numerosi cantieri o strade vetuste e non idonee ai tempi, costituiscono un ostacolo al traffico veicolare (l’interruzione causerebbe non pochi problemi).

Stesso problema, ormai improcrastinabile è lo stato delle strade provinciali. Sembra pleonastico ricordare che la Sicilia è un’isola, anche se piccola la distanza con la costa calabrese, non sempre le condizioni meteo marine sono favorevoli, ma noi dobbiamo pensare anche al peggio ovviamente, non possiamo dipendere da altri in condizioni di emergenza, infatti, tale caratteristica non ci accomuna alle altre regioni italiane, che invece possono trovare l’appoggio in tempestività delle colonne mobili regionali limitrofe in tempi veramente celeri, qualora ne avessero la necessità. La professionalità e l’abnegazione dei Vigili del fuoco siciliani, quando vengono chiamati in causa, si trovano sempre pronti, professionali e professionisti alle richieste di chi chiede aiuto ma, il dispositivo di soccorso siciliano necessita di urgenti interventi.

La richiesta è una conseguenza dettata dall’evoluzione e la crescita del territorio, diverse tipologie di intervento, per cui la risposta a tutti i tipi di eventi legati al soccorso tecnico urgente, deve essere assolutamente in autonomia e indipendenza, con investimenti sui, mezzi, attrezzature, strutture, formazione, etc. etc. L’espressione “emergenza” in Sicilia ormai (non va meglio nel resto d’Italia) è diventato ordinario, in aggiunta alle “normali” attività di soccorso, il carico di lavoro diventa molto pesante ed impegnativo, se ci mettiamo le grosse difficoltà, dettate da quanto esposto, il dado è tratto.

La nostra è una professione particolarmente ed altamente usurante atipica, è una professione che dovrebbe essere riconosciuta come “SPECIALE” invece, come è ormai noto, non siamo coperti neppure da istituto INAIL. Ricordando la media europea di, 1 VF ogni 1.500 abitanti, contro 1 VF ogni 15.000 mediamente in Italia, le piante organiche siciliane, oltre ad essere sottodimensionate sono in netta carenza (più di 500 unità). Stessa problematica esiste per le isole minori (Lampedusa, Pantelleria e Lipari) dove il personale è contato, le distanze non sono indifferenti ed il soccorso, a nostro parere, deve essere efficiente. A nostro parere, riteniamo urgente la modifica delle piante organiche, in relazione agli interventi, alla necessità e peculiarità di territorio la revisione e l’aumento di categoria o l’apertura nuove sedi e di apertura distaccamenti già decretati.

La stessa problematica esiste per il personale amministrativo. Negli anni, nei vari settori, a causa dei pensionamenti e dei mancati concorsi, le piante organiche sono pesantemente in sofferenza, causa pensionamenti e assenza di nuovi concorsi. Invece, per quanto riguarda la situazione automezzi di soccorso e di istituto su scala regionale risulta in gran parte vetusto e carente (qualcosa sta arrivando, ma non colma assolutamente la vetustà che attualmente soffrono diversi comandi della Sicilia, spesso, gli automezzi arrivano privi di attrezzatura). Le numerose attività (pari o superiori alla Lombardia) e gli interventi a cui sono sottoposti, in maggioranza APS, ABP, AS, AG e CA, sono causa di continui guasti, le manutenzioni continue, sono una pesante ricaduta nella gestione dei servizi (ricordando che, le officine ormai non hanno più voglia di aspettare che l’Amministrazione paghi dopo, giorni, mesi, anni: in tanti ci hanno chiuso le porte) che raggiunge il picco massimo durante le campagne estive e AIB.

Indubbiamente, il capitolo fondi destinati al settore automezzi e attrezzature è da potenziare, oltre agli investimenti che servono per attrezzature e mezzi di nuova generazione, oltre ad essere adatti alle emergenze di nuova generazione. La situazione delle attrezzature in caricamento, ormai è divenuta paradossale, pertanto la sostituzione e l’investimento, come più volte detto, sarebbe pragmatico per l’efficienza del dispositivo di soccorso.

Chiediamo un serio intervento per il completamento e la dislocazione in diverse zone del territorio di Attrezzature speciali, carro UAMA (visto all’opera nel sisma di Santo Stefano, arrivato da Napoli ma, è previsto anche in Sicilia (CT) e pensando alle moderne soluzioni logistiche oggi in uso in altre regioni, i moduli supporto logistico (MSL, modulo supporto logistico) attualmente dislocato a Palermo ma è in arrivo un secondo (doveva essere assegnato a Catania…) che sarà sempre dislocato sul territorio di Palermo, cosa che ci lascia perplessi: non può un solo comando intervenire su tutta la Sicilia. Un’attenta analisi va comunque fatta.

Per quanto riguarda il settore aeroportuale della Sicilia, in cui vi sono 6 aeroporti che vanno dalla settima alla nona categoria, dove il nostro personale garantisce soccorso e lotta antincendio, con un parco automezzi che necessità di adeguata manutenzione (pochi fondi, mezzi fermi). Invece non è migliorata la situazione mezzi nautici: spesso i nuclei portuali, sono senza imbarcazione, è auspicabile migliorare la dotazione di mezzi nautici leggeri (gommoni e imbarcazioni idonee) e la dotazione di mezzi alluvionali nei comandi che ricadono in zone a forte rischio di eventi alluvionali, ribadiamo che è ormai improcrastinabile l’investimento su nuovi mezzi. La situazione sedi di servizio Siciliane è un altro punto critico: la maggior parte essendo vecchie costruzioni non sono in regola con i criteri ambientali e adeguamenti energetici in vigore in materia edilizia.

Quasi tutte le sedi centrali dei Comandi ma anche parecchi distaccamenti sono in precarie condizioni igienico-sanitarie. Intonaci pericolanti e/o strutture parzialmente danneggiate a causa di infiltrazioni di acqua, impianti elettrici, idrici, sanitari, riscaldamento e condizionamento, di vecchia concezione, pertanto molto dispendiosi riguardo gli interventi manutentivi. Bisognerebbe pensare a soluzioni per l’adeguamento degli immobili. Si segnala inoltre che, molte sedi VVF, non hanno al loro interno gli idranti per l’approvvigionamento idrico. Alcune sedi aeroportuali necessitano di adeguata manutenzione (Catania Vincenzo Bellini, vedi Lampedusa e Trapani Birgi). Oltre ai problemi legati alle strutture, la rete delle sedi dislocate sul territorio regionale, sovente non collega i luoghi di propria competenza, nei famosi 20 minuti, tempi stabiliti, a causa della particolare morfologia territoriale; a tal proposito i distaccamenti volontari spesso non riescono a soddisfare le richieste, a comporre la squadra standard per indisponibilità di personale, possibile soluzione laddove necessario, potrebbe essere la riqualificazione da distaccamenti volontari a permanenti.

Altresì, ricordiamo i distaccamenti già decretati ma non ancora aperti (Roccalumera Me, Agrigento Nord, Palagonia Ct, Messina Sud) mentre alcune necessitano di un aumento di categoria (Milazzo Me, Lentini e Augusta Sr, Acireale, Paternò, Caltagirone, Riposto, CT, Gela porto ) attualmente l’unico distaccamento siciliano di categoria SD5 si trova a Gela nel nisseno e riteniamo che dovrebbero avere la stessa categoria almeno i distaccamenti di Milazzo (Messina) dove insistono sul territorio diversi impianti di lavorazione e stoccaggio; Augusta e Lentini, per la presenza del polo petrolchimico siracusano; Acireale per il rischio sismico e numero di interventi; Caltagirone, per distanza e interventi effettuati; Riposto, porto turistico, rischio sismico, idrogeologico; Paternò, rischio sismio e numero di interventi, e tante altre sedi nel territorio siciliano.

La presente richiesta, egregio Presidente, è l’espressione dello stato di salute della sua e nostra amata Sicilia: le chiediamo pertanto un Suo intervento verso le istituzioni, per risolvere e disporre così di una macchina del soccorso esaustiva in tutta la Sicilia; è un fatto fondamentale, nel rispetto e nella salvaguardia, della popolazione e dei soccorritori”.

daniela giuffrida

Autrice - International Member – GNS PRESS ASSOCIATION Scrittrice e Blogger freelance. Collabora con alcune testate on-line nazionali e siciliane. Attivista No Muos. Di cuore siciliano, instancabile attivista e documentarista delle lotte sociali, degli accadimenti della propria terra e non solo.

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