CATANIA − NOI GENITORI DI GIOVANI “EMIGRANTI”, AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Di Daniela Giuffrida

Avere tanto tempo “libero” (si fa per dire!) a disposizione ti permette di documentarti su quanto succede nel paese: è inevitabile, così com’è inevitabile fare alcune piccole, modeste, considerazioni.

Lasciamo andare il fatto che quattro vecchietti alla bocciofila di Medicina abbiano trasformato una ridente cittadina emiliana in una “Codogno n.2”, in cui vivono, reclusi, tua figlia e la sua giovanissima famiglia; lasciamo perdere che un “esaurito” distrugga un pronto soccorso di Moncalieri, ridente (anche lei!) cittadina piemontese: sunu cosi ca ponu succeriri, diciamo in Sicilia, sono cose che possono accadere soprattutto in un periodo come quello che il paese sta attraversando. Quello che io mi domando però è dove sia finita la stampa “ufficiale”, quella che tutto vede e che tutto “denuncia”, quando una cosa del genere succede nel meridione.

Mi domando perché non dia il giusto peso a questi eventi. Troppo occupata a chiacchiericciare sui poveracci catanesi dei quartieri disagiati? O cos’altro?

A mio avviso, il problema non è il vecchietto “rincoglionito” che non riuscendo a stare a casa se ne va alla bocciofila, né l’invasato sclerato che prova a distruggere un pronto soccorso, quello che mi piacerebbe però sapere, dai tanto illustri “colleghi” che tanto amano declamare di “Italiaunita” e “italiasolidale” ecc…, che reazione avrebbero avuto se questi fatti fossero accaduti nel sud Italia o peggio ancora in questa povera terra di Sicilia.
Ovviamente la “stampa” rimarca la calata dei “Lanzichenecchi” da Milano (evento che per prima condanno!), senza riflettere sul fatto che qualcuno lo ha permesso non avendo preso 
alcun provvedimento preventivo: era facile immaginare che gli “emigranti” meridionali che riempiono università, scuole e pubblico impiego “nordico”, presi dal panico, avrebbero voluto tornare a casa dai loro cari; ma di tutti gli altri, di quei giovani “meridionali” rimasti in quelle zone, ne parla qualcuno? 

Credo sia chiaro, io non giustifico i primi, neanche il fatto che siano giovani e sprovveduti (come qualcuno li ha definiti!) li giustifica, anzi: personalmente li condanno aspramente ma devo prendere atto di come nessuno parli dei miei ragazzi e dei tantissimi altri figli di Siciliani che sono rimasti chiusi a casa, in Lombardia o nei vari paesi d’Europa in cui han dovuto trasferirsi per lavoro e/o studio. 

Se proprio vogliamo essere pignoli, nessuno parla nemmeno del senso di frustrazione e di impotenza di noi genitori di “giovani emigranti” resi irraggiungibili da una maledetta infezione virale, dei nostri incubi notturni che vedono i nostri ragazzi protagonisti, delle nostre notti insonni trascorse a pensare “chissà se stanno bene”, “magari si sono ammalati e non lo dicono per non farci preoccupare” … ma questa è  un’altra storia e, per di più, solo nostra

Ora, siccome sono presuntuosamente certa (conosco i miei polli!) che, se fosse avvenuto il contrario e con le stesse terribili conseguenze, la “stampa” ufficiale l’avrebbe raccontata in maniera diversa, prego chi si ostina ancora a farlo di non parlare di “Italiaunita”, perchè di “unito” in Italia non vi è alcunchè! 

daniela giuffrida

Autrice - International Member – GNS PRESS ASSOCIATION Scrittrice e Blogger freelance. Collabora con alcune testate on-line nazionali e siciliane. Attivista No Muos. Di cuore siciliano, instancabile attivista e documentarista delle lotte sociali, degli accadimenti della propria terra e non solo.

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