“GERONTISMO” – UNA NUOVA FORMA DI RAZZISMO E SPECISMO

Di Daniela Giuffrida

Sembra essersi “sgonfiata” e svanita nel nulla la polemica sviluppatasi sui social agli inizi di novembre, in merito a certe originali “esternazioni” del governatore della regione Liguria Giovanni Toti a proposito della “improduttività” degli over 70.

Toti, in un suo tweet, aveva scritto di essere “addolorato per ogni singola vittima del Covid 19” ma, davanti ai dati del momento (22 pazienti molto anziani fra le 25 vittime in Liguria), aveva ovviamente preso atto di come si trattasse di “persone per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese, che vanno però tutelate”. Queste sue dichiarazioni servivano in qualche modo a giustificare la proposta che egli stesso, insieme ai governatori di Piemonte e Lombardia, aveva avanzato ad una riunione fra ministri e regioni: limitare gli spostamenti degli over 70 per evitare un lockdown generalizzato. Inutile ricordare l’immediata e violenta polemica esplosa sui social.

Ma ormai lo sappiamo bene: sul web le “reazioni” di qualsiasi tipo esplodono e si esauriscono alle stessa velocità di un lampo a cui segue un tuono fragoroso e più sono forti e violente, più si sgonfiano come un soufflé venuto male, direbbe una illustre rappresentante della destra italiana, parlando del Governo.

Alle dichiarazioni su Twitter erano seguite le scuse del governatore Toti e le inevitabili attribuzioni del “misfatto” ad un suo collaboratore che aveva “scritto in effetti malamente”: “È stata una cosa mal fatta – aveva dichiarato ancora Toti sullo stesso social – Mi dispiace e chiedo scusa, per me e per chi l’ha scritto. Chi lavora talvolta sbaglia. E magari imparando dall’errore, migliorerà in futuro”.

Qualche altro “sfottò” sul web, qualche altra triste vignetta “umoristica”, poi il silenzio. 

Noi che non ci facciamo mancare mai alcunché, però, abbiamo trovato una nota scritta da Beppe Miceli, uno degli autori che, di tanto in tanto, transitano su questo sito. Una nota scritta in un altro momento storico, che però ben si addice a ciò che oggi stiamo vivendo. 

Scrive Miceli:

Non è solo colpa della classe politica se sta cominciando ad emergere una nuova forma di discriminazione, il GERONTISMO, una parola che credo non esista nel nostro vocabolario ma che si potrebbe coniare per indicare questa nuova tendenza a discriminare l’uomo anziano. Un neologismo che starebbe ad indicare una forma di rifiuto abbinata alla figura dell’uomo avanti negli anni, in pieno diritto di andare in pensione per affrancarsi dal mondo della produttività che vorrebbe ancora sfruttarlo fino all’osso.
Una condizione esistenziale, quella del pensionato, che viene intesa dal mondo dell’imprenditoria e della politica come una piaga sociale. L’ennesima che va ad aggiungersi a quelle già esistenti del RAZZISMO e del SESSISMO che fanno da corollario all’assioma dell’ ANTROPOCENTRISMO, sinonimo ed esaltazione dello SPECISMO, dove l’uomo si è posto al vertice della “scala evolutiva”.
Ma se fino ad oggi l’antropocentrismo poteva considerarsi la punta dell’iceberg, scopriamo che sta riprendendo campo uno dei miti che animarono l’ideologia nazista: quello del superuomo e della VOLONTA’ DI POTENZA pensato da Friedrich Nietzsche. Settant’anni fa doveva essere l’aspetto fisico dell’uomo ariano a delineare i contorni di questo ideale, uomo superiore agli altri: capelli biondi, occhi azzurri, fisico atletico. Oggi, questo normotipo del superuomo e questa volontà di potenza, rifiutati 70 anni fa e combattuti da tutto il mondo civile con una sanguinosa e infinita guerra, non potendo più esser riproposti nei medesimi termini dal popolo tedesco, viene sostituito dalla ricerca di altri valori, nella smania di riemergere vincitori dalle ceneri del passato per riaffermare nuovamente, in qualche modo, una superiorità teutonica da sempre rincorsa. Una volontà di potenza espressa da nuovi valori come la capacità produttiva e la competitività commerciale. L’uomo viene valutato secondo questi nuovi principi di meritocrazia che lo trasformano in un robot privo di risorse etiche, spirituali e qualità umane.
Nasce quindi, inesorabile, il fenomeno del GERONTISMO, visto come prodotto di scarto di una vita ormai spesa sul posto di lavoro e parto di una mente folle che intravede nelle risorse umane solo la forza lavoro sfruttata al massimo e niente di più: tutti gli altri valori dell’uomo di colpo si azzerano. Una ideologia che considera l’uomo strumento esclusivo per produrre ricchezza, metterla in circolo, usarla, farla accumulare solo a pochissimi, distruggerla e ricostruirla con una considerata migliore. Lo sfruttamento dell’individuo produttore di ricchezza è esasperato, tanto da prolungare l’età della sua andata in quiescenza, al punto da mandarlo in pensione quando sarà un uomo sfibrato, senza più stimoli, risorse interiori, salute accettabile.
Quando giungerà quel giorno, non sarà più considerato uomo, ma “entità”. Non importa se l’anziano rappresenta un valore sociale necessario, quale curatore della memoria storica delle generazioni precedenti e della loro evoluzione etica: sarà piuttosto scarto dell’umanità produttiva e consumatrice, al punto che verrà fagocitato dalla logica del GERONTISMO che lo emarginerà, derubandolo dei pochi diritti rimastigli. Infatti, non essendo più produttivo, secondo i nuovi canoni della MERITOCRAZIA, tipica della destra teutonica, verrà considerato come un parassita, quindi non godrà più di diritti ma solo di obblighi, il primo fra i quali sparire al più presto possibile, “tanto occupa spazio e basta”. E non solo: essendo la durata della vita media aumentata di molto, rappresenterà un costo sociale in più da sostenere ancora per diversi anni.
Gli anziani vengono quindi derubati di tutto, anche della dignità del proprio sentire, del ricordo e dell’esempio. La colpa non è allora unicamente dei politici ma di una società priva di valori etici che ha partorito questa condanna esistenziale e questa classe politica. Rimane un guazzabuglio di menti impazzite che basano i propri valori etici su fondamenta completamente marce. Non è verso questi riferimenti che dobbiamo rivolgere la nostra attenzione. Ancora una volta sono parametri sbagliati e condurranno alla rovina della nostra società, esattamente come fece il NAZISMO.”

daniela giuffrida

Autrice - International Member – GNS PRESS ASSOCIATION Scrittrice e Blogger freelance. Collabora con alcune testate on-line nazionali e siciliane. Attivista No Muos. Di cuore siciliano, instancabile attivista e documentarista delle lotte sociali, degli accadimenti della propria terra e non solo.

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