IL “FINTOVIRUS”

Di Daniela Giuffrida

C’era una volta un ragazzo qualunque che lavorava in un posto qualunque.

Un giorno questi incontrò un “fintovirus”, un cosino piccolo, colorato e carino carino e decise di portarlo a casa per regalarlo alla sua mamma: “magari potrà metterlo come ornamento sul nostro albero di Natale” – pensò e tutto contento andò a casa. Alla sua mamma non disse niente e lo conservò con cura per farle una sorpresa.

Ma la mamma lavorava in una casa di riposo per anziani, uno di quei fantastici residence a 4 stelle dove, con tanti soldini al mese, hai assistenza medica e infermieristica 24 ore al giorno, personale gentilissimo e sorridente, anche quello presente per 24 ore al giorno.
Cosa successe allora?
Niente di drammatico, ovviamente, figuriamoci se un cosino piccolo a quel modo potesse fare danni seri e poi in tanti dicevano che non esisteva nemmeno e che tutto il “ciarlare” su quel “coso” fosse solo frutto di macchinazioni interstellari, create appositamente da governi di altri pianeti che nessuno aveva voluto o votato, insomma, si trattava di una leggenda metropolitana, creata apposta per seminare il panico fra i più sprovveduti e poterli così manovrare.
Dunque, dove eravamo rimasti?
Ah si, al “fintovirus”.
Ora, quel minuscolo esserino era tanto giocherellone e decise di farsi dare un passaggio dall’ignara mamma del ragazzo qualunque. Arrivato nella casa di riposo, cominciò a saltellare qua e là per ogni dove, regalando sorrisi a tutti i vecchietti.
Ma ahimè, dopo qualche giorno, per caso, uno di quei vecchietti morì e il giorno dopo, un altro. Qualcuno degli altri fu portato con urgenza in ospedale, dando preoccupazioni serissime ai figli, ma tutto era tranquillo: si trattava di un fintovirus, figuriamoci se poteva fare danni davvero “seri”.
Ora, si sa, i vecchietti prima o poi diventano inutili e improduttivi, poi si ammalano e infine muoiono, è il ciclo normale della vita: mica puoi stare lì a sindacare su colpe e responsabilità, no?
Poi, però, il giorno seguente ancora muore anche la tua di vecchietta e allora ti incazzi!
Certo, la tua mamma tanto bene non stava e poi aveva 86 anni ed era tanto minuta. Certo, due inverni fa un cardiologo visitandola ebbe a dire che non sarebbe mai morta per i successivi cent’anni perché in petto aveva il cuore di una sedicenne, ma correre dietro ad una bestiolina colorata a volte può anche stancare e quel cuore sedicenne può diventare ultracentenario in brevissimo tempo.
Dopo la tua mamma altri anziani hanno giocato con la bestiolina e hanno deciso di andarla a cercare in cielo. Qualche giorno fa quei vecchietti erano già in OTTO, poi anche la bellissima Laura è volata via e mentre scrivo, apprendo che una figura importantissima dello staff – medico che ho stimato tantissimo – ha raggiunto i suoi anziani in cielo, forse per cercare di curarli ancora. Apprendo anche che la moglie sta male e, davvero di cuore, le auguro di vincere (almeno lei) la sua partita con il “fintovirus”.
Agli altri, dal ragazzo qualunque ai responsabili della struttura che avrebbero dovuto adottare misure di sicurezza precise per evitare che la “bestia” entrasse e devastasse quelle povere creature, a quei responsabili che si sono guardati bene dall’immaginare che si potesse fare qualcosa per evitare una fine tanto triste a quelle personcine adorabili che io ho conosciuto e frequentato giornalmente, a tutti loro io auguro serene feste, una buonissima vita e, soprattutto, di riuscire a dormire sonni sereni dopo aver fatto pace ognuno con la propria coscienza.
Tanto vi dovevo, dolci creature che il tempo ha segnato e che l’ignavia dell’uomo ha seppellito.
*foto dal web

daniela giuffrida

Autrice - International Member – GNS PRESS ASSOCIATION Scrittrice e Blogger freelance. Collabora con alcune testate on-line nazionali e siciliane. Attivista No Muos. Di cuore siciliano, instancabile attivista e documentarista delle lotte sociali, degli accadimenti della propria terra e non solo.

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