PALERMO – LETTERA APERTA AL SINDACO DI MONTELEPRE

 

Di Daniela Giuffrida

 

Egregio Signor Sindaco,
chi le scrive è quella Siciliana che Lei ha apostrofato in maniera direi piuttosto originale, durante la presentazione del libro “Montelepre caput mundi”: l’importante saggio storico con il quale il prof. Maurizio Castagna ha cercato – attraverso una attenta e minuziosa ricostruzione basata su testimonianze e prove documentali – di far luce su fatti e misfatti accaduti in Sicilia nell’immediato dopoguerra e che, purtroppo, tanto da vicino hanno toccato la Sua splendida città.

Si, sono quella Siciliana che Lei ha accusato insistentemente di essere “antiamericanista”.

Mi perdoni se Le sembrerò pedante ma, immaginando io abbia frainteso ciò che era nelle Sue intenzioni dirmi, ho cercato sui vari dizionari il termine “antiamericanista” ed ho trovato più volte la conferma a ciò che pensavo fosse un “insulto” alla mia professionalità: “Antiamericanismo è un fenomeno abbastanza particolare fondato non su elementi certi e intellegibili ma su un insieme di congetture e di interpretazioni forzate (http://www.storico.org/dibattito_storico/antiamericanismo.html)”. Allora ho cercato di capire su quali basi Lei abbia fondato tale “giudizio” dal momento che non credo Lei mi conosca o sappia quali siano le mie esperienze giornalistiche e umane su questo “fronte”.
Ripenso al Suo intervento così acceso e volto a mettermi a disagio e sorrido perché, vede signor Sindaco, a crearmi disagio non è stato quello che considero un insulto ma soltanto il Suo darmi le spalle mentre andava via senza ascoltare cosa avessi da dirLe.
Sorrido ripensando alle Sue parole e a ciò che invece si evince dalla narrazione di fatti “documentati” che vengono narrati dal prof. Castagna nel suo saggio, sulla storia e sulle trame “geopolitiche” che hanno portato alla strage di Portella ma ovviamente, allo stesso tempo, immagino Lei sia a conoscenza di fatti non noti a me e neanche all’autore, altrimenti non si spiegherebbe tanta veemenza nel Suo dire.

Certo, mi rendo conto che un confronto sull’argomento sarebbe stato un dispendio di tempo e di energie per Lei e anche per i presenti ma sarebbe stato delicato da parte Sua stare ad ascoltare almeno ciò che avevo da dirLe a proposito del mio “antiamericanismo”: purtroppo per me, Lei ha ritenuto fosse più utile andar via, piuttosto che stare ad ascoltare le mie ragioni con la stessa pazienza con cui io avevo appena ascoltato le Sue accuse. E’ vero Lei è rientrato nella sala ma era talmente distante che non credo abbia recepito le mie ragioni, altrimenti non avrebbe risposto con un paio di “va bene” che a mala pena sono riuscita a sentire io e che sembravano buttati lì, giusto per farmi tacere. Ma tant’è…

Ma tornando al mio antiamericanismo voglio domandarle: forse le mie “inchieste giornalistiche” sono arrivate fino a Lei? Se così fosse ne sarei felice ma, ahimè, non credo di essere così nota altrimenti Lei saprebbe che da oltre dodici anni io vado in giro sulla nostra isola a resocontare e denunciare le porcherie e gli abusi che ogni giorno vengono perpetrati alle spalle dei Siciliani anche da quegli Americani che Lei afferma “abbiano fatto anche cose buone”.
Accennando a “cose buone” penso Lei si riferisse forse al “piano Marshall” o alla cioccolata e alle sigarette che quei signori distribuivano alla popolazione, avanzando nelle nostre città, perché di certo non si riferiva agli ordini di tale gen. Patton, di massacrare chiunque indossasse una divisa italiana anche se sventolava una bandiera bianca (“Se si arrendono quando tu sei a due-trecento metri da loro, non badare alle mani alzate. Mira tra la terza e la quarta costola, poi spara. Si fottano, nessun prigioniero! È finito il momento di giocare, è ora di uccidere! Io voglio una divisione di killer, perché i killer sono immortali!”), perché questo è ciò che è avvenuto anche presso il piccolo aeroporto sito nel bosco di Santo Pietro nei pressi di Acate. Sa, io ero presente il giorno in cui è stata scoperta la stele che ricorda il massacro di 18 civili, 72 militari italiani e 4 tedeschi, ed ho parlato a lungo con la figlia di uno di loro, venuta a vedere il luogo in cui il padre fu massacrato, mentre la madre, a Udine, attendeva che lei venisse al mondo.

Sono certa che fra le “cose buone” fatte dagli Americani in Italia e in Sicilia, lei non alluda agli eccidi, gli stupri e i soprusi distribuiti laddove quei signori mettevano piede e a questo proposito Le consiglio una buona e sana lettura sull’argomento: un testo importante anche questo che ha impegnato il suo autore (Roberto Gremmo) in una ricostruzione certosina di uccisioni e massacri, assolutamente “gratuiti” che i nostri angeli salvatori e compagnia cantando, ci regalarono durante la famosa e tanto decantata “liberazione”.

A dire il vero, io credo che Le siano sfuggite anche altre cose: per esempio quelle esercitazioni compiute nottetempo e all’insaputa del sindaco e di tutte le altre autorità, che qualche anno fa, a Contessa Entellina, hanno distrutto campi coltivati e spaventato pacifici greggi (https://meridionews.it/marines-a-contessa-entellina-il-sindaco-perche-si-esercitano-su-proprieta-private/). Al contrario, sono certa che non le giunga nuova la notizia, delle loro basi militari imposte ovunque in tutto il paese, né quella relativa alla stazione satellitare NRTF-8, voluta di prepotenza e contro ogni forma di “sovranità popolare” a Niscemi.

All’interno di quella stazione “americana”, deve sapere, è stato collocato uno dei quattro terminali terrestri del Sistema M.U.O.S. e deve sapere anche che attraverso quelle antenne e quelle tre parabole quei signori che han fatto tante cose buone, controllano da remoto, tutto ciò che si muove in terra e sotto il mare, dal Mediterraneo all’Oceano Indiano, incuranti dei danni che hanno arrecato e arrecano all’ambiente (una sughereta antichissima, S.I.C., devastata!) e agli abitanti – e non mi dica che è stato dimostrato che quelle antenne non fanno male perché non è così e potrei raccontarLe per ore, le vicende che vive Niscemi ormai da anni. Serve che le ricordi che tutta quella zona intorno a Niscemi e Sigonella è diventata grazie agli Americani, un obiettivo sensibile su cui i nemici dello zio Sam possono scaricare la loro ira e le loro armi nel tentativo di chiudere “l’occhio controllore” puntato sui loro movimenti militari e anche sull’aria che respirano?

Ovviamente a questo punto Lei mi dirà che le “ragioni di Stato” prevalgono sugli interessi e sulla salute della popolazione e allora io le domando: anche se contravvengono a norme precise dettate dalla nostra Costituzione? Ma soprattutto, le “ragioni” di quale Stato prevalgono sulla salute dei Siciliani, visto che la base è AMERICANA e che gli AMERICANI ne hanno l’uso esclusivo?

Ma tutto questo è un’altra storia, come altra storia sono i massacri di “civili” inermi,  documentati e resi noti in tempi più recenti da un J. Assange il quale, per questo, rischia di scontare 175 anni in una galera americana, e altra storia sono tutti i paesi ridotti in cenere dalle loro “missioni di pace” e anche le violenze subite dai loro “prigionieri di guerra” in Iraq come in Afghanistan e via discorrendo.

Sa una cosa? Mentre Lei affermava con forza che “anche gli Americani hanno fatto cose buone”, io pensavo ai troppi che ancora oggi – dimenticando la realtà storica imposta dal regime fascista (leggi razziali e la distribuzione di soprusi di ogni tipo a chi non osservava le regole liberticide imposte dall’alto) – sostengono la stessa cosa anche di quel tal Mussolini che trascinò in guerra il popolo italiano: un popolo povero e dissanguato da quelle politiche economiche “prebelliche”, azzardate e prive di senso, che il prof Castagna cita e documenta ampiamente nel suo saggio.
Che dirle ancora? Sono “antiamericanista”? No, sono soltanto una convinta assertrice del fatto che NESSUNO – ancor più se si autodefinisce “benefattore” – possa imporre alcunché ad altre genti, arrogandosi un potere che nessuno e dico NESSUNO ha inteso riconoscere loro.

Lei dice che questo è essere antimericanisti?  Ebbene, allora lo sono e mi creda: sono davvero felice e fiera di esserlo!

 

Per quanto riguarda invece la mia da Lei supposta “simpatia” per Salvatore Giuliano, voglio dirLe che io non sono innocentista ad ogni costo, ma ho visto la sua casa e le sue cose, ho studiato la sua vita da molto vicino essendo io stessa nipote di un separatista ma, soprattutto, ho parlato tanto ed ho “ascoltato” ciò che le persone incontrate mi hanno detto sull’argomento, sia in paese che altrove, fra loro c’era chi lo accusava a spada tratta e chi lo definiva una specie di Robin Hood, ma erano in maggior numero i secondi.

Io credo che la “Storia”, in generale, sia sempre stata scritta dai vincitori ma quella di Portella e di Giuliano, così drammaticamente delicata e recente oltre che appena accennata sui libri di storia, merita davvero più attenzione e da parte di tutti: credo debba essere riletta e studiata, credo sia giunto il momento, documenti alla mano, che accusatori e difensori del “bandito”, si incontrino e rivedano tutto quanto è accaduto in quegli anni perché se è vero com’è vero, che a Portella si è consumata la “madre” delle stragi di stato, è altrettanto vero che Montelepre è la vittima innocente di quella strage e di quella storia ricca di manipolazioni e inciuci che non le appartengono. Montelepre merita che questa sua “innocenza” venga riconosciuta ovunque e rivalutata.
La storia non va dimenticata ma va “conosciuta”, denudata e liberata da fantasmi e pregiudizi perché tante vite e tanta sofferenza meritano di essere ricordate e, soprattutto, meritano Giustizia: Montelepre, la sua gente e il suo bellissimo territorio, la meritano.

Tanto dovevo a Lei, ai Suoi concittadini e… a me stessa.
Cordiali saluti.

Daniela Giuffrida

Daniela Giuffrida

Autrice - International Member – GNS PRESS ASSOCIATION Scrittrice e Blogger freelance. Collabora con alcune testate on-line nazionali e siciliane. Attivista No Muos. Di cuore siciliano, instancabile attivista e documentarista delle lotte sociali, degli accadimenti della propria terra e non solo.

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