RIVOGLIO IL MIO MARE

Di Mara Trovato

Bisognerebbe pretendere un mare pulito invece dei solarium e dei passaggi privati.

Chi è di Catania ed ha una certa età, non può non rimpiangere i tuffi spensierati alla scogliera, i bagni sotto il Castello, le nuotate con i Faraglioni di fronte. Paesaggi unici, acque fresche e bellissime, fondali ricchi.

Lo spettacolo naturale che offre questo tratto di costa è spettacolare. L’ Etna, la sua pietra lavica che arriva al mare, insenature e grotte da visitare, i Faraglioni de I Malavoglia, il Castello.

Tra speculazione edilizia, scarichi fognari liberi, tanta spazzatura, passaggi chiusi, passerelle di legno private con sotto un tappeto di munnizza e plastica, e nessun controllo da anni; questi borghi marinari, di mare ormai hanno ben poco.

Ma i miei concittadini si infervorano se non montano i solarium o se le tre spiagge libere, dicasi tre, della lunghissima e dorata Plaia non sono pronte per la stagione. Poco importa se il mare puzza e tutto intorno è sporco.

Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia nella conferenza tenutesi il 18 luglio presso il porticciolo di San Giovanni li Cuti, a compimento del giro di Goletta Verde 2018 afferma: “Lo ribadiamo da tempo, ma purtroppo non troviamo riscontri. In Sicilia il problema della depurazione rimane drammatico, anzi è peggiorato rispetto allo scorso anno, come dimostrano i risultati dei campionamenti fatti dai nostri tecnici. Dai prelievi effettuati sono cinque i punti nel catanese che risultano fortemente inquinati ormai da troppi anni, ovvero Contrada Pontano d’Arci, Aci Castello e Aci Trezza allo sbocco dello scarico fognario inizio lungomare Galatea, Calatabiano, Mascali, Foce fiume Alcantara”.

Nel fiume vengono riversati anche i carichi fognari della bella e ricca Taormina, Giardini Naxos e Castelmola. Causa: un depuratore sottodimensionato.

Per Legambiente, tutto il litorale catanese, dalla scogliera di Ognina a Calatabiano, va dal “fortemente inquinato” al “limite della balneazione” e presenterà degli esposti per far sì che i Comuni si facciano carico di un problema troppo spesso rimandato e trascurato.

Diversi i risultati del Ministero della Salute che nel suo Portale Acque elenca come buone ed eccellenti le acque del catanese dal Torrente Acquicella della Plaia, a Piazza Europa, ad Acitrezza fino a Fiumefreddo, ad esclusione di Mascali.

Risultati che lasciano un po’ perplessi.

Antonio Castorina, Presidente del Centro Studi Acitrezza, dichiara : “L’acqua del mare di fronte le Isole Ciclopi, Aci Trezza, è pulita. Lo constatano i dati pubblicati sul Portale Acque del Ministero della Salute. Noi restiamo vigili, quest’estate abbiamo già segnalato alcune anomalie e attendiamo la fine dei lavori del collettore fognario per eliminare finalmente gli scarichi fognari dalla zona della spiaggetta, oggi fortemente inquinata. Il mare di Acitrezza, però, ha diversi punti, soprattutto nella zona sud, dove l’acqua è di qualità ‘eccellente’ e la balneazione è sicura.”

“Non siamo noi che abbiamo fatto i campionamenti, ma il Ministero della Salute.” continua Castorina “Goletta Verde fa i campionamenti allo sbocco dello scarico fognario ed è normale che lì sia inquinato. Alle Isole Ciclopi l’acqua è eccellente.” Lontano dalle coste, lontano dagli scarichi.

Fino a qualche anno fa l’ Oasi Marina di Cottone di Fiumefreddo, era un angolo di paradiso. Pulito il mare, stupenda la zona del fiume, bello il boschetto dietro.

L’anno scorso, a seconda delle correnti, a volte si sporcava. C’era molta più gente e meno attenzione. Il boschetto più sporco, la spazzatura accumulata.

A maggio lo scempio.

Hanno rotto la recensione per entrare dentro il boschetto con le auto, alcune arrivate addirittura fino alla spiaggia, gente con barbeque a carbone nonostante il divieto di accendere fuochi, gruppi elettrogeni, il furgoncino del gelataio…

D’accordo sull’ utilizzo del boschetto per ristoro, ma non per distruggerlo.

Valentina Tamburino, Dirigente Responsabile Attività di Vigilanza sul Territorio, risponde ad una mia segnalazione: “Il personale è davvero poco, 4 unità che garantiscono i turni durante la giornata con competenze ambientali che vanno dal mare alla montagna, che è stata sollecitata la risoluzione del problema con i Comuni e il Dipartimento Ambiente di Palermo per la gestione del territorio. Cerchiamo per quello che è possibile di far fronte alla problematica peraltro diffusa in tutto il territorio naturalistico della Provincia riconducibile alla sola maleducazione e inciviltà dei nostri cittadini.”

Questo a maggio, da allora non ci sono più tornata, spero fortemente che la situazione sia tornata alla normalità e l’Oasi alla sua bellezza.

Oasi Marina di Cottone, 2016

testo e foto di Mara Trovato

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