PALERMO – CHE FINE HA FATTO LA “FORMAZIONE PROFESSIONALE” IN SICILIA?

“Non è grave il clamore chiassoso dei violenti, bensì il silenzio spaventoso delle persone oneste” diceva Martin Luther King e i militanti dell’Unione Sindacale di Base non tacciono e chiedono a viva voce agli organi preposti, che venga fatta chiarezza sui “perchè” dello smantellamento della Formazione professionale in Sicilia.

Da Orazio Vasta, giornalista freelance e militante di Federazione del Sociale USB riceviamo un C.S. recante le firme di Costantino Guzzo, responsabile USB Formazione Sicilia e Sandro Cardinale, USB Confederale nazionale.
Come ricevuto, pubblichiamo.

“Dopo i gravi fatti emersi dall’indagine della Procura della Repubblica di Catania, che avrebbe scoperto, all’interno dell’Ispettorato del Lavoro (ente che dipende dall’assessorato regionale al Lavoro, come ben saprà il Presidente della Regione, Nello Musumeci, e il suo assessore al Lavoro, la Dott.ssa Mariella Ippolito), fatti non certo esaltanti, rappresentiamo quanto segue.

Gli Ispettorati Territoriali del Lavoro sono responsabili del controllo sulla corretta applicazione della legislazione in materia di lavoro, previdenza e sicurezza sui luoghi di lavoro. In Sicilia, pertanto, la materia del lavoro e le relative attività ispettive e di vigilanza sono di competenza dell’assessorato al Lavoro e, in particolare, del dipartimento regionale del Lavoro, dell’impiego, dell’orientamento, dei servizi e delle attività formative, il quale, tramite il Servizio VII – Coordinamento Ispettorati territoriali del lavoro, che supervisiona i nove “Ispettorati territoriali del Lavoro” (I.T.L.) presenti nelle province siciliane. In questa indagine della magistratura risulta coinvolto un ex deputato, da sempre ondivago, visto che passava da una parte all’altra, e che ostentava le foto con il movimento di “Diventerà bellissima”.

I magistrati della Procura di Catania scrivono testualmente: Una situazione devastante, un quadro corruttivo consolidato e alimentato da uno spregiudicato scambio di favori attraverso il quale i pubblici ufficiali indagati, precedenti titolari di cariche istituzionali pubbliche e imprenditori, “non hanno esitato a sancire accordi sacrificando i rilevanti interessi collettivi in gioco, fascicoli scomparsi, richieste di sanzioni annullate, rateizzazioni al minino in cambio non di soldi, ma di favori: voti dagli imprenditori aiutati, e un soccorso politico alla Regione per ottenere promozioni o assunzioni in strutture pubbliche e richieste di assunzioni nel settore della formazione professionale”.

Sembrerebbe da ciò che apprendiamo dalla cronache dei giornali che anche l’attuale direttore sanitario dell’ASP di Catania (Francesco LUCA) e un ingegnere (Ignazio MAUGERI), rappresentanti legali dell’ENAIP, hanno chiesto indebitamente al Direttore della direzione Lavoro un’attestazione di avvenuti versamenti di somme relative ad assegni familiari riconosciuti ai lavoratori dell’ENAIP; tale certificazione è risultata necessaria per fronteggiare un procedimento penale aperto nei confronti di LUCA a seguito di un’ispezione effettuata dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro nei confronti dell’ENAIP dalla quale sono emerse violazioni. In cambio il direttore della direzione lavoro, AMICH, ha chiesto e ottenuto da LUCA, in ragione del suo attuale ruolo nell’ASP di Catania, la promessa di assumere a tempo determinato il fidanzato della figlia presso alcuni ospedali. Rammentiamo che esistono due interrogazione all’Assemblea regionale siciliana, a firma dei gruppi parlamentati del Movimento 5 Stelle e del PD che chiedevano lumi sulla situazione di incompatibilità dello stesso Dott.Francesco Luca per l’enorme mole di cariche ricoperte.

L’USB, di fronte al grave silenzio sulla vicenda, in primis del Presidente della Regione Musumeci e degli assessorati preposti (Formazione, Lavoro, Sanità) ricorda una frase del giurista Piero Calamandrei: “Chiamare i deputati e i senatori i rappresentanti del popolo non vuol più dire oggi quello che con questa frase si voleva dire in altri tempi: si dovrebbero piuttosto chiamare impiegati del loro partito”.

Nel ribadire le gravi e svariate segnalazioni del settore a cui a tutt’oggi non è seguito alcun riscontro, l’USB esprime fiducia nel lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine, sostenendo tutti i magistrati che quotidianamente svolgono con scrupolo e coscienza il proprio lavoro. In modo accorato, noi dell’USB, lanciamo l’appello ai validi magistrati invitandoli a intensificare l’eventuale sussistenza di indagini affidate agli stessi, ove emergano della fattispecie perseguibili di reati.

L’USB ha più volte evidenziato e denunciato pubblicamente, anche tramite I Nuovi Vespri, lo stato in cui versa il settore, le gravi anomalie riscontrate a tutti i livelli, con risposte, da parte degli organi deputati e preposti, spesso ambigue, non univoche, non coerenti con il quadro normativo, legislativo contrattuale e contabile.

In ultimo il capitolo di bilancio del Fondo di Garanzia degli operatori della Formazione professionale, che restituisce a tutt’oggi un quadro di leggi, circolari attuative e CCNL che sono state disattese utilizzando termini fantasiosi, disarmanti, su incipit della politica. Leggi che sono state disattese, svuotate, superate, edulcorate; e, tra queste, anche leggi che, per ben tre volte, hanno superato il vaglio della Corte Costituzionale. Un quadro legislativo e contrattuale è stato abilmente distorto con condotte illecite di ogni tipo e vari gradi di responsabilità. Fatti che sono balzati agli onori delle cronache giudiziarie e sono oggetto di importanti procedimenti penali, oltre al gravissimo danno cagionato ai Siciliani per la mancata attivazione dei corsi di Formazione professionale e politiche attive del lavoro.

E’ opportuno rammentare ciò che è avvenuto a Messina nel processo sui “Corsi d’oro”; a Catania con la cosiddetta “Operazione Pandora”; a Trapani con il “Dirty training”. Un “modus operandi” il cui schema sembra riproporsi prepotentemente in tutta la Sicilia.

L’USB Formazione professionale offre piena collaborazione e disponibilità alla magistratura siciliana e alle forze dell’ordine per qualsivoglia azione utile a ristabilire verità, giustizia e legalità in un settore con un grande patrimonio professionale di lavoratori che negli anni ha formato migliaia di Siciliani, a dispetto dell’attacco mediatico subito dagli stessi lavoratori indistintamente messi alla berlina, alla gogna, per uno scellerato “Pactum sceleris”.

Da tutto questo sorge l’obbligo morale di contribuire ad una onesta e non tendenziosa informazione.”

 

*Foto di Orazio Vasta

 

daniela giuffrida

Autrice - International Member – GNS PRESS ASSOCIATION Scrittrice e Blogger freelance. Collabora con alcune testate on-line nazionali e siciliane. Attivista No Muos. Di cuore siciliano, instancabile attivista e documentarista delle lotte sociali, degli accadimenti della propria terra e non solo.

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